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Storia e motivazioni

Il termine blog è la contrazione di web-log, ovvero “diario in rete[1]. Il fenomeno ha iniziato a prendere piede nel 1997 in America; il 18 luglio 1997, è stato scelto come data di nascita simbolica del blog, riferendosi allo sviluppo, da parte dello statunitense Dave Winer, del software che ne permette la pubblicazione (si parla di proto-blog), mentre il primo blog è stato effettivamente pubblicato il 23 dicembre dello stesso anno, grazie a Jorn Barger, un commerciante americano appassionato di caccia, che decise di aprire una propria pagina personale RobotWisdom per condividere i risultati delle sue ricerche sul web riguardo al suo hobby; coniò la parola weblog per descrivere la lista di link del suo sito. Nella primavera del 1999 invece Peter Merholz propose l’abbreviazione blog sul suo sito Peterme.com.

In questa fase col termine weblog o blog ci si riferiva esclusivamente a liste di link, o meglio a commenti a liste di link (un tipo di informazione molto utile per gli utenti prima della diffusione dei motori di ricerca); oggi siti di questo tipo sono praticamente quasi tutti inattivi. Nel 2001 è divenuto di moda anche in Italia, con la nascita dei primi servizi gratuiti dedicati alla gestione di blog; tra i più utilizzati: Blogger, wordpress.com, blogsome, Il Cannocchiale, Io Bloggo, Blogdrops, Noiblogger, Libero, LiveJournal, Windows Live Spaces, MySpace, Skyrock.

Tra il 2002 e il 2007 i blog godono di un periodo di grande fortuna comunicativa, addirittura di sopravvalutazione perché ritenuti fortemente rivoluzionari dal punto di vista della comunicazione e dei rapporti sociali: Giuseppe Granieri addirittura parla di Generation blog (generazione blog) intitolando così un suo libro. Nel 2004 in Italia viene pubblicato il libro La notte dei blogger – la prima antologia dei nuovi narratori della rete (Lipperini) però è un caso isolato in quanto i post di blog trovano spazio quasi esclusivamente sul web e non vengono riproposti su prodotti cartacei.

Tra il 2009 e il 2010 si avverte o comunque si teme una crisi dei blog, questo soprattutto a causa dell’immenso successo dei nuovi social network; anche se si ritiene che, soprattutto per quanto riguarda i blog tematici, i social network come facebook e twitter non siano adatti a rispondere all’esigenza del lettore dei blog in quanto certi tipi di post, caratterizzati da una particolare lunghezza, necessitano di un particolare formato di lettura. Il motivo per cui i blog si sono così diffusi è da ricercare in più fattori: dall’esibizione pubblica della proprio vita privata alla creazione di testi complessi e specifici; alla base della diffusione c’è ad ogni modo la caratteristica della condivisione.

Al 16 febbraio 2011 ci sono più di 156 milioni di blog pubblici in essere.[2]

I blog hanno qualche somiglianza con i wiki, nel modo in cui vengono gestiti gli aggiornamenti, favoriti i commenti dei lettori e stimolate le nascite di community.

Caratteristiche

Creare un blog è un’operazione abbastanza semplice. La procedura più utilizzata consiste nella registrazione dell’utente-autore su siti specifici che automaticamente creano lo spazio virtuale usando impostazioni predefinite e pochi parametri di configurazione senza che sia necessario conoscere il linguaggio HTML. Questo comunque non è l’unico modo per creare un blog: l’utente può anche scrivere direttamente su pagine html statiche oppure personalizzare un CMS creato per altri scopi.

I tratti strutturali comuni ai blog riguardano principalmente il fatto che si tratta di “diari in rete”: i testi sono forniti di data e sono presenti sulla pagina web in ordine anticronologico (prima i messaggi più recenti) e la maggior parte delle volte sono introdotti da un titolo.

Generalmente i blog hanno anche un archivio ordinato per mesi o per anni dei messaggi già pubblicati cosa che rende semplice la ricerca di post in base alla data in cui sono stati pubblicati; per agevolare la ricerca di post spesso è anche presente una sezione “categorie” dove è possibile rintracciare gli argomenti chiave dei testi.

Altra caratteristica è che spesso i sistemi di pubblicazione consentono di inserire all’interno dei testi materiali di vario genere: dai file pdf alle immagini, dai video ai file audio.

Molti blog offrono la possibilità di commentare i posti e in alcuni casi di blog molto popolari i lettori lasciano centinaia se non migliaia di commenti caratterizzati (tranne i casi in cui la qualità del commento supera quella del post) da un linguaggio informale più accomunabile ad altri generi testuali come il forum che al blog.

Un blogger è colui che scrive e gestisce un blog, mentre l’insieme di tutti i blog viene detto blogsfera(o in inglese blogsphere). All’interno del blog ogni articolo può essere indicato univocamente attraverso un permalink, ovvero un link che punta direttamente a quell’articolo. In certi casi possono esserci più blogger che scrivono per un solo blog. In alcuni casi esistono siti (come Slashdot) simili a blog, ma aperti a tutti.

Diffusione

Non esistono dati affidabili sul numero dei blog esistenti nonostante, soprattutto fra il 2006 e il 2007, (periodo d’oro per i blog) siano stati oggetto di numerose indagini commerciali.

Dave Sifry ha condotto delle analisi nel 2007 ricavando la maggior parte dei dati numerici da Technorati (motore di ricerca specializzato in blog). Da questa indagine è scaturito che il 3% di tutti i post di blog fosse scritto in italiano, in quarta posizione dopo l’8% in cinese, il 36% in inglese e il 37% in cinese; e che intorno a marzo 2007 il numero di blog si aggira intorno a 70 milioni, e il numero di post giornalieri intorno 1,5 milioni. Paolo Valdemarin azzarda un calcolo circa il numero di blog italiani: 3% sono i blog scritti in italiano, quindi 45.000 post al giorno, Se ci fosse una costante tra numero di blog e numero di post nel mondo (e non c’è alcuna prova che ci sia), e se i 70 milioni di blog fossero attivi (anche questo non è chiaro) vorrebbe dire più o meno 2 milioni di blog in Italia; numero comunque alto rispetto alla realtà. A prova di ciò si può riportare il dato fornito da Splinder, la principale piattaforma blog fino a febbraio 2012, che il 9 luglio 2010 dichiarava di ospitare circa 475.000 blog.

Per quanto riguarda la frequenza con cui i blog italiani più importanti vengono visitati il sito BlogBabel aggiorna costantemente una classifica dei 500 blog italiani più visitati. A marzo 2012 il risultato è il seguente:

  1. Il post
  2. Il blog di Beppe Grillo
  3. Giornalettismo
  4. Lavoce.info
  5. Piovono rane
  6. Wittgenstein
  7. Tv blog
  8. Manteblog
  9. Cado in piedi
  10. Buongiorno

Linguaggio

Dal punto di vista linguistico, in generale, i blog sono considerati spesso raccolte di testi poco sorvegliati. Nei call of papers di due conferenze sul linguaggio dei blog (AAAI Spring Symposium on Computational Approaches To Analyzing Weblogs, Standford, marzo 2006 e EACL Workshop On New Text, Trento, aprile 2006) i blog sono stati considerati “pagine web che forniscono commenti personali privi di revisione e con opinioni forti (…) ” caratterizzati da “scarsa coerenza grammaticale” e ancora “ i testi dei blog sono spessi messi assieme in un linguaggio che ricorda quello degli appunti, delle osservazioni parlate e delle lettere informali, piuttosto che quella della saggistica o dei giornali”.

Da alcune indagini successive, però, questo giudizio netto ha subito delle revisioni: la più attendibile risulta la ricerca svolta da Mirko Tavosanis che si basa sull’analisi numerica di “errori più frequenti” dell’ italiano scritta nel web, nei blog e nei quotidiani online.

La lista di parole scelte è il risultato della scrematura eseguita sulla lista di 103 parole comprese nell’elenco ritrovato sotto la voce errore del vocabolario Zingarelli(2005).

Dopo aver scartato errori di pronuncia, e quindi non utilizzabili per l’analisi che riguarda il linguaggio scritto, parole esposte a problemi di codifica e omografi, il numero di errori finale si è ridotto a 19 parole.

Queste parole sono state ricercate attraverso Google nel web, su un gruppo di siti che ospitavano blog (blog.excite.it, clarence.it, splinder.it, splinder.com) e su un gruppo di quotidiani online (corriere.it, repubblica.it, ilmattino.caltanet.it, unita.it) e per ciascuno dei tre gruppi è stato calcolato il rapporto fra la forma errata e la corrispondente forma corretta. Il risultato ha messo in luce come la percentuale totale di errori risulti leggermente superiore a quella dei quotidiani online, ma fortemente inferiore rispetto a quella del web nel suo complesso.

Nonostante la non totale affidabilità dello studio (poiché le ricerche sono state condotte su gruppi di siti web ospitanti blog e non su tutti i blog esistenti) si può notare come effettivamente il linguaggio blog non è da considerarsi così poco revisionato; quindi seppur vero che i testi dei blog possono rientrare in tutte e quattro le categorie di tempo di scrittura, ossia, scrittura rapida e non revisionata, scrittura rapida e revisionata, scrittura convenzionale e scrittura progettata per altri tipi di pubblicazione, le più adatte a descrivere la maggior parte dei blog sono la seconda e la terza categoria.

I sottogeneri di blog

Classificare i blog non è un’operazione semplicissima proprio perché i blog non sono testi unici ma raccolte di testi, anche se la maggior parte dei blogger risulta coerente nella stesura dei post. Se si sceglie un criterio linguistico, considerare le sottocategorie troppo dettagliate non è utile; sul web infatti è presente un lungo elenco di categorie (in alcuni casi addirittura una tipologia specifica di blog viene etichettata con due nomi diversi) che tende a distrarre dall’intento di distinguere le tipologie in base alla componente linguistica. Si parla di social blog, blog collettivo, blog aziendale, blog tematico, photoblog, blog vetrina, blog politico, m-blog, video blog,blog letterario, blog didattico, audioblog, blog novel, splog (finti blog riempiti di testi riprodotti solo per dare la sensazione che un determinato argomento sia particolarmente rilevante).

Una suddivisione più semplificata (e attendibile) si basa su tre categorie:

  • blog diario
  • blog tematico (inclusi i blog giornalistici)
  • blog letterario

Blog diario

L’autore vi scrive le sue esperienze di ogni giorno, pensieri, desideri (più o meno proibiti), disagi e proteste. Il contributo dei lettori nei commenti è in genere molto apprezzato e dà vita a discussioni molto personali (ma anche a flame). Questo tipo di blog è usato spesso da studenti di scuola superiore o universitari, con un gran numero di collegamenti incrociati tra un blog e l’altro.

Dal punto di vista linguistico i blog diario risultano quelli in cui si concentra maggiormente l’espressività grafica. Con espressività grafica si intende quell’insieme di deviazioni dall’ortografia italiana standard che è riconducibile principalmente a tre meccanismi di alterazione:

  • lettura endofasia, in cui un simbolo sostituisce un nome o un fonema (es. ‘6’ per sei, ‘x’ per per);
  • abbreviazioni solitamente non utilizzate nella lingua parlata (es. ‘nn’ per non, ‘qlk’ per qualche);
  • variazioni grafiche vere e proprie (es. ‘k’ per ch).

La motivazione principale è il risparmio di tempo nella scrittura. Altri tipi di deviazioni non riguardano la grafia ma piuttosto l’espressività come l’uso di emoticons (o faccine), l’uso di maiuscole e minuscole in modi diversi dallo standard e i giochi di punteggiatura.

Blog tematico

I blog tematici (o giornalistici) sono i blog dedicati ad un argomento specifico e per questo sono accostabili agli articoli di giornale. Non a caso molti blog tematici sono creati da giornalisti che utilizzano questo genere testuale per sintetizzare, riprodurre o ampliare i contenuti dei loro articoli.

Dal punto di vista linguistico si può notare come un giornalista che utilizza il blog come canale di comunicazione (differente dal canonico articolo di giornale) scriva in maniera differente. Questa affermazione è riscontrabile dal fatto che si notano delle differenze: i post sono più brevi degli articoli, più immediati; spesso i testi sono raccontati in prima persona e la scansione in capoversi è controllata direttamente dall’autore. Queste affermazioni risultano vere, però, solo se ci si riferisce ad alcune tipologie di articolo, le più classiche tra cui l’articolo di cronaca in cui abbondano frasi fatte e formule e l’uso dell’imperfetto negativo (caratteri assenti nei blog); ma già se ci si riferisce a rubriche giornalistiche, saggistiche ecc. la differenza stilistica non si nota più (l’equivalente cartaceo del linguaggio confidenziale e colloquiale esiste); per cui la conclusione naturale di questa analisi propende a considerare il linguaggio tipico di questi post un sottogenere dell’italiano giornalistico.

Blog letterario

I blog letterari costituiscono circa il 10% di tutta la categoria blog; spesso è difficile interpretare se si è in presenza di un blog che tratta di letteratura o di poesia perché è facilmente confondibile con il blog diario (in cui l’autore può decidere di inserire post composti solo da poesie o testi letterari).

Genericamente i post di tali blog sono caratterizzati dalla presenza, al loro interno, del lessico letterario che si manifesta in quantità maggiori rispetto ai quotidiani. Da una ricerca di Mirko Tavosanis basata sullo studio di 72 verbi identificati come “letterari” oppure “obsoleti” nel vocabolario De Mauro, infatti, è risultato che nei blog la presenza di tali verbi è di circa quattro volte superiore rispetto al web (nel caso specifico al sito Repubblica.it.

I blog letterari più famosi in realtà sono blog tematici dedicati alla letteratura: Carmilla on line, Nazione Indiana, Lipperatura; non esistono allo stato attuale blog costituiti esclusivamente da testi.

In questa categoria possono rientrare anche le fan fiction ossia blog dedicati ai romanzi, ai cartoni animati, ai telefilm e ai film.

Piattaforme blog

Dal 2001 ad oggi sono nati molti servizi in italiano che permettono di gestire un blog gratuitamente. Tra i più utilizzati citiamo: Blogger, WordPress.com, Splinder, Clarence, Blogsome, Tiscali, Il Cannocchiale, Io Bloggo, Bloggerbash, Blogdrops, NoiBlogger, Libero, LiveJournal, Windows Live Spaces, MySpace, Skyrock. Esistono poi alcuni network autogestiti.

Chi invece vuole creare un blog da gestire in totale autonomia, può utilizzare una delle numerose piattaforme di gestione blog; le più diffuse sono: Blogger, WordPress, MovableType, TypePad, dBlog, Nucleus, Pivot, Dotclear, Drupal, Ciaoblog.it. Queste piattaforme possono essere utilizzate su un dominio proprio (anche con hosting a pagamento), per generare un servizio maggiormente personalizzato.

La parola nella lingua italiana

La parola straniera blog viene pronunciata in italiano /’blɔg/, usando la «g dura» [g] come nella pronuncia originale inglese /’blɒg/, la quale viene mantenuta nel parlato anche per tutte le parole derivate italianizzate:

La g dura viene mantenuta e raddoppiata e, se questo non crea problemi di trascrizione quando la doppia g è seguita dalle vocali a, o e u (bloggare viene infatti scritto il verbo), alcuni problemi di coerenza ortografica sorgono quando la g precede le vocali e e i. Nei dizionari più aggiornati infatti si trovano registrate forme quali bloggista e bloggistico, frequenti anche nella rete, ma incongruenti con le regole di pronuncia delle parole italiane, in quanto in quella forma andrebbero pronunciate /bloʤ’ʤista/ e /bloʤ’ʤistiko/; proprio per questo sono diventate molto diffuse in rete le forme corrette blogghista e blogghistico, con l’inserimento di un’h, come richiedono le regole ortografiche dell’italiano per la resa della G dura davanti a e e i.[3]

Le polemiche

In Italia sono sorte polemiche se il mondo dei blog debba rimanere senza vincoli legislativi e soggetto solo ad un’autoregolamentazione, oppure, se debbano essere applicate le norme sulla stampa.

Nell’ottobre del 2007 il governo ha presentato un disegno di legge sulla riforma dell’editoria in cui aveva stabilito per i blog l’obbligo della registrazione. La dura replica del mondo web ha portato alla precisazione da parte del sottosegretario Levi che la norma non avrebbe trovato applicazione ai blog.[4]

La disputa si è trasferita sul piano giudiziario quando il tribunale di Oristano, con sentenza del 25 maggio 2000[5], stabilì che un sito web non era assimilabile a una testata[6]. Orientamento poi recepito dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 10535[7] secondo cui non serve un giornalista per gestire un blog[8].

Appare quindi minoritario l’orientamento del Tribunale di Modica, che con una discussa sentenza[9] ha condannato lo storico Carlo Ruta per il reato di stampa clandestina.[10][11]

Con la sentenza n. 7155/2011[12] la quinta sezione penale della Corte di cassazione ha ritenuto ammissibile il sequestro preventivo di un articolo asseritamente diffamatorio pubblicato sul blog di un giornalista professionista.

Note

  1. ^ Log ha propriamente significato di ‘diario, giornale’ in origine solo nella terminologia nautica dove il logbook è il cosiddetto giornale o diario di bordo ma successivamente anche in quella informatica (log e login dal 1963), da cui la scelta della parola, ad esempio in luogo di diary.
  2. ^ BlogPulse. The Nielsen Company, 16 febbraio 2011. URL consultato il 17 febbraio 2011.
  3. ^ «Bloggista» (!) sul forum Cruscate.
  4. ^ Levi
  5. ^ http://www.ictlex.net/?p=890
  6. ^ Un sito web non è stampa. PC Professionale n.113
  7. ^ http://www.ictlex.net/?p=999
  8. ^ PC Professionale n.218
  9. ^ http://www.ictlex.net/?p=948
  10. ^ Sicily News
  11. ^ Blog a rischio di chiusura? PC Professionale n. 212
  12. ^ Corte di cassazione – sezione V penale Sentenza n. 7155/2011

Bibliografia

  • Giuseppe Granieri, Blog Generation. Bari, Laterza, 2005. ISBN 978-88-420-7564-6.
  • Sergio Maistrello, Come si fa un blog. Tecniche Nuove, 2004. ISBN 88-481-1697-3.
  • Alberto D’Ottavi, Tommaso Sorchiotti, Come si fa un blog 2.0. Tecniche Nuove, 2008. ISBN 978-88-481-2266-5.
  • Mirko Tavosanis, L’italiano del web. Carocci editore, 2011

Voci correlate