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Team Building

Utilizzata con successo negli USA, è oggi una tecnica sempre più spesso applicata a realtà aziendali con lo scopo di ottenere il massimo in termini di performance dai propri dipendenti. La costruzione del gruppo può avere una valenza formativa, se associata ad un’analisi dettagliata dei bisogni, a fasi strutturate di debrief . L’attività stimola le aziende a riflettere sull’importanza di lavorare in contesti relazionali piacevoli.

Il teambuilding è nato per sviluppare metodi per lavorare su gruppi ed in particolare su team di lavoro task-oriented. La sua attività si focalizza nello sviluppo delle competenze distintive di un’azienda andando a creare un senso di identità su ogni componente del gruppo di lavoro.

L’esperienza di teambuilding  fa vivere in prima persona le “esperienze” ai partecipanti che vengono sollecitate attraverso lo scambio e il contatto con gli altri in un clima d’ interazione. Questo porta il teambuilding ad essere uno strumento oltre che di formazione anche d’ incentivazione. Vivere in prima persona facilita la possibilità che l’esperienza si trasformi in apprendimento tale da cambiare i nostri comportamenti ed avere un impatto che rimanga a molto nella nostra memoria.

Molte aziende sfruttano le potenzialità date da questa attività quando si trovano di fronte ad un gruppo costituito da poco o quando il gruppo è in crisi o ancora quando è sotto stress o semplicemente non ottiene i risultati attesi.

La dinamica:

  • Forming (formazione): è lo sviluppo tra i membri di un senso di appartenenza mediante fiducia, conoscenza e condivisione dei valori e della mission aziendale, attraverso esperienze comuni e la creazione di un’immagine di squadra condotto dal leader. Importante è la selezione dei collaboratori, che avviene attraverso criteri tecnici (scegliendo persone con competenze), criteri funzionali (competenze trasversali come la capacità di prendere decisioni, di definire obiettivi e di problem solving), criteri relazionali (capacità di lavorare in gruppo e di comunicare al gruppo). Da questa scelta vengono definiti i ruoli, gli obiettivi, le regole e i compiti.
  • Storming (scambio-contagio): fase in cui si possono creare contrasti e conflitti in quanto ogni soggetto può imporre la propria individualità. Compito del leader è proprio quello di assestare la crisi mettendo in evidenza gli obiettivi comuni da raggiungere. Il gruppo può risolvere la situazione conflittuale in due modi cioè cercando di ritrovare l’equilibrio perduto oppure adottando nuove strategie di lavoro. Ogni situazione di conflitto può portare disagio e sfiducia, ma con un buon lavoro del leader può diventare occasione di apprendimento e di rafforzamento dei rapporti.
  • Norming (normalizzazione): se si superano in modo efficace e positivo i conflitti, si crea un senso di unità e i singoli tornano a sentirsi parte di un team. A questo punto si inizia a stabilire le regole, a identificare i ruoli, studiare e pianificare metodi e strumenti, creare e portare a conoscenza valori e obiettivi aziendali.
  • Performing (efficienza): fase pratica di lavoro per raggiungere gli obiettivi prefissati. Il leader, ora, cambia il suo ruolo nel gruppo e fa sì che esso lavori autonomamente sperimentando così l’auto-efficacia. Un alto livello di auto-efficacia suscita coraggio e fiducia nell’azienda e permette di considerare i fallimenti come un momento di crescita. Al contrario, un basso livello di auto-efficacia porta la squadra ad arrendersi di fronte alle sfide.